Unione Sarda: «Fondi Poic, noi ultimi? Colpa di Carta»
DORGALI. Scontro politico
«Fondi Poic, noi ultimi? Colpa di Carta»
«L'ultimo posto di Dorgali nel bando Poic, è da addebitarsi al sindaco Angelo Carta, che ha effettuato l'invio della domanda cando che idi s'ainu mortu e su risu ». Queste le parole contenute in una interrogazione consiliare unitaria, con cui la minoranza attacca sindaco e giunta per la gestione del bando regionale Poic (progetti operativi imprenditorialità comunale), fondi Sfirs destinati a sostenere idee di impresa, autoimpresa e cooperazione a favore di disoccupati e inoccupati, in particolare donne e giovani. «Per quale motivo si è aspettato l'ultimo giorno per inviare l'adesione al bando?», chiedono i consiglieri Gian Michele Nonne, Sebastiano Loi, Giovanni Patteri, Fabio Fronteddu e Graziella Mereu. «Le domande dovevano pervenire dal 18 settembre e fino al 19 ottobre 2012. i bandi si possono vincere o perdere, ma quando si arriva ultimi e con ampio distacco la riflessione è d'obbligo».
DURO GIUDIZIO DELL'OPPOSIZIONE «Inspiegabilmente, il sindaco Carta ha effettuato l'invio solo il 19/10/2012 alle 15.48.02, probabilmente dopo il riposino pomeridiano. Da notare come il sindaco di San Giovanni Suergiu, primo comune in graduatoria con una dotazione di 750.000 euro,così come i suoi colleghi di Bitti e Baunei, tutti giovani amministratori, invece di dormire, la notte del 17/09/2012 se ne sono stati al computer a cliccare per l'invio del progetto dei rispettivi comuni». L'affondo: «Il 3 ottobre sulla stampa, il sindaco dorgalese invece esortava gli imprenditori ad avere nuove idee. Questa maggioranza, quando le cose non vanno bene e sono tante, la colpa è sempre e solo degli uffici. Per questa volta si consiglia di lasciare in pace gli uffici, e chiedere scusa alle tante imprese che hanno sperato invano di accedere a quei fondi. Chiediamo reale attenzione per le imprese di Dorgali, al posto dei trionfalistici articoli di stampa. Nel caso la maggioranza non se ne sia accorta, l'utilizzo della parola crisi non deriva da un autolesionistico piacere di usarla, ma dalla reale difficoltà di trovare lavoro e accedere al credito». (p.l.)
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